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Batteri intestinali: i nostri compagni di vita

A prima vista, intestino, polmoni, pelle e organi genitali non sembrano avere nulla in comune. Tuttavia, un’analisi più dettagliata ha dimostrato che i batteri che colonizzano l’organismo sono fondamentali per ogni singola cellula del nostro corpo, fungendo da battaglione difensivo. Ma come si forma il corredo batterico in ognuno di noi? 
Prof. e Dott. Johannes Huber
Prof. e Dott. Johannes Huber*

La mappatura del genoma umano, ossia del codice della vita, risale al 2003 ha rappresentato una vera e propria pietra miliale nella medicina. Tuttavia, poco dopo divenne chiaro che il nostro patrimonio genetico è molto più complesso: l’epigenetica regola i nostri geni, stabilendone l’attivazione e/o la disattivazione. Come se genoma ed epigenoma non fossero già sufficienti, la scoperta del metagenoma ha fatto luce su un terzo codice chiamato microbioma, ovvero il patrimonio genetico di tutti i batteri benefici che colonizzano l’organismo umano. La maggior parte dei 100 miliardi di tali microrganismi popola l’intestino, ma anche sulla pelle e sulle mucose vivono numerosi simbionti che lavorano instancabilmente per favorire il nostro benessere.

Evoluzione batterica

Il Prof. e Dott. Johannes Huber, rinomato ginecologo ed esperto di ormoni, afferma l’importanza del microbiota per la salute dell’uomo, in particolare di quella femminile: “L’importanza dei batteri fu scoperta già 40 milioni di anni fa, prima ancora della comparsa dell’uomo, ponendo una pietra miliale nella storia dell’evoluzione: si scoprì che il corpo della donna era in grado di creare una nuova vita. Dobbiamo questo enorme passo in avanti alla scoperta del metagenoma, poiché si tratta di batteri in grado di insediarsi nell’ovulo, determinando la formazione della placenta”, ha spiegato l’esperto in una conferenza stampa a Vienna.

La scoperta del metagenoma ha portato alla luce un terzo codice della vita, il microbioma, ovvero il patrimonio genetico di tutti i batteri presenti nell’organismo umano.

Il metagenoma batterico rappresenta una componente molto antica dell’evoluzione che non è ancora stata analizzata nel dettaglio. Anche una delle prime scoperte fatte nel campo della batteriologia è strettamente correlata alla nostra riproduzione. Theodor Escherich, famoso pediatra, ricercatore e professore all’Università di Graz, dimostrò nel 1886 che l’intestino dei neonati è sterile e che un determinato batterio è in grado di moltiplicarsi velocemente: si tratta del batterio “Escherichia coli”, chiamato così in onore di questo dottore.

Impronta batterica

Chi pensa che esista un solo corredo batterico per tutti si sbaglia di grosso: su un totale di circa 36.000 specie batteriche, il nostro corpo ne ospita 500-1.000, tutte diverse tra loro, proprio come nel caso delle impronte digitali. Queste ultime sono presenti anche a casa nostra, in particolar modo sulle maniglie delle porte. Questa impronta batterica determina inoltre un diverso assorbimento dei farmaci da parte del nostro organismo. Il Prof. Huber afferma a questo proposito: “Questo spiega anche il motivo per cui alcune donne tollerino senza alcun problema una determinata pillola contraccettiva e altre no.” Sono proprio i nostri batteri a essere responsabili del nostro stato di salute, per questo è fondamentale avere un microbiota intestinale sano.

Localizzazione dei batteri

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Un medico austriaco ha scoperto il batterio Escherichia coli.

Tutti i batteri messi insieme hanno un peso complessivo di circa 2 kg e la maggior parte si trova nell’intestino, ma essi giocano un ruolo determinante anche in relazione ad altri organi. Anche sulla nostra pelle si trovano miliardi di batteri, la cui localizzazione all’interno del nostro corpo avviene in modo simile a quella delle città sulla carta geografica. Chi acquista un sapone antibatterico pensando di fare la cosa giusta commette un errore: la mancanza di batteri sulla nostra pelle può favorire l’insorgenza di malattie dermatologiche come atopia, rosacea o infezioni croniche. I batteri già presenti nell’organismo umano, infatti, ci difendono dall’attacco di germi patogeni solo se tutte le linee difensive restano attive. Il nostro microbiota comprende quello della pelle, delle mucose (bocca, naso, intestino, apparato genitale) e quello di un organo che fino a qualche tempo fa veniva considerato privo di germi: i polmoni, dove i batteri influiscono in modo particolare sullo sviluppo e sulla gravità dell’asma.

Intestino come centrale degli ormoni?

Soprattutto in ginecologia, i batteri intestinali acquistano sempre più rilevanza dal punto scientifico: numerosi studi dimostrano la stretta correlazione tra il microbiota intestinale e la produzione degli ormoni femminili più importanti, ossia gli estrogeni. Scoperte come questa affascinano persino medici esperti e ricercatori come il Prof. Huber: ” La flora batterica intestinale regola il livello di estrogeni presenti nelle ovaie e nel corpo  intero.”

In ginecologia, una terapia a base di probiotici da assumere per via orale per il trattamento della disbiosi vaginale rappresenta un approccio totalmente nuovo e sostenibile.

Ciò non è importante solo per garantire l’efficacia di preparati ormonali, bensì anche in relazione all’insorgenza del tumore al seno: un rinomato studio della WHI (Women‘s Health Initiative) ha evidenziato che gli estrogeni sono il principale fattore scatenante di questa malattia, ma anche l’intestino va tenuto in considerazioe, in quanto è responsabile della regolazione del livello di estrogeni nel corpo.

Firmicutes e Bacteroidetes

Anche il peso corporeo sembrerebbe giocare un ruolo determinante in relazione al nostro microbiota e sta diventando sempre più importante in ambito medico. Tutti conoscono sicuramente qualcuno che mangia di tutto e di più senza ingrassare, nonostante il poco movimento fisico. Altri, invece, sono completamente l’opposto. Un’attività fisica regolare e un’alimentazione bilanciata devono chiaramente essere all’ordine del giorno ed è chiaro che assumere porzioni abbondanti favorisca un aumento della circonferenza addominale e faccia salire l’ago della bilancia. Anche in questo caso entrano in gioco i batteri intestinali, soprattutto quelli appartenenti alla categoria dei Firmicutes Bacteroidetes, responsabili dell’assorbimento delle calorie da parte dell’intestino. Quando non esistevano ancora i centri commerciali, i cibi già pronti e una scelta così vasta, il corpo doveva ricavare energia da due miseri pasti per far fronte all’intera settimana e garantire la sopravvivenza di queste specie batteriche. Centomila anni fa i Firmicutes erano indispensabili, mentre oggi un eccesso di questi batteri nell’intestino è più una male che un bene. Tuttavia, essi sono in grado di ricavare la stessa quantità di energia, sia che sia contenuta in un cetriolo o in una cotoletta. Se l’intestino di un soggetto obeso presenta un eccesso di Firmicutes, allora stare attenti alle calorie servirà a poco.

La flora batterica di una futura mamma

La colonizzazione dell’organismo umano da parte dei batteri determina per sempre le caratteristiche del nostro sistema immunitario: “Qui è soprattutto il parto e, molto probabilmente anche la gravidanza, a giocare un ruolo importante. I neonati, infatti, entrano a contatto con la flora batterica vaginale della madre ed è così che si forma il loro sistema immunitario”, spiega il Prof. Huber. Affinchè questo avvenga, però, la madre deve disporre di una flora batterica intestinale forte e sana. Molti si staranno chiedendo: perché proprio quella intestinale? L’intestino rappresenta una sorta di riserva dei batteri responsabili della colonizzazione della vagina: se la flora intestinale è sana e ricca di lattobacilli, allora lo sarà anche quella vaginale. Il contatto con la flora batterica vaginale della madre durante il parto naturale è alla base della colonizzazione dell’intestino del neonato e, di conseguenza, anche della formazione del suo sistema immunitario. La situazione è invece ben diversa in presenza di un parto cesareo, una pratica in aumento a causa di un continuo aumento delle dimensioni del bambino (soprattutto di testa e spalle), in quanto il bacino della donna fa fatica a far fronte a questo cambio evoluzionario. “Attualmente, in ambito ginecologico, si sta cercando di trovare una soluzione per riuscire a trasmettere all’intestino dei nati con parto cesareo i batteri della flora intestinale e vaginale della madre”, spiega il Prof. Huber.

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Quando il fungo Candida albicans scatena un'infiammazione, avvertiamo bruciore e dolori durante la minzione.

La flora vaginale come scudo protettivo

Una flora vaginale ricca di lattobacilli non è importante solo durante il parto, bensì funge da scudo protettivo per tutta la vita. Secondo il Prof. Huber, fattori come lo stress, i cambiamenti a livello ormonale causati da gravidanza, menopausa o da metodi contraccettivi a base di ormoni, gli antibiotici, ma anche il fumo, un consumo elevato di cibi ricchi di zuccheri e molto altro potrebbero indebolire questo scudo, causando la cosiddetta disbiosi vaginale. Ciò determina la proliferazione di batteri pericolosi e funghi, favorendo la comparsa di infezioni urogenitali. Il 25-30% delle donne soffre di vaginosi batterica, mentre altre di candida e secchezza vaginale o infezioni urinarie ricorrenti. Una terapia che agisce solo a livello locale non sembrerebbe però portare ai risultati sperati. Uno dei motivi è dato dalla continua migrazione di germi patogeni dall’intestino alla vagina e, in caso di mancato trattamento, i processi infiammatori potrebbero anche esterndersi e interessare vescica e ovaie. Soprattutto durante la gravidanza, le infezioni vaginali potrebbero rappresentare un rischio sia per la donna incinta sia per il suo bambino e da questo potrebbero derivare spiacevoli conseguenze come la rottura precoce delle membrane fetali, doglie anticipate oppure addirittura una nascita prematura

Una nuovo approccio terapeutico

Alcuni studi condotti presso la clinica dell’ospedale di Vienna AKH hanno fatto luce su una nuova soluzione terapeutica per la disbiosi vaginale. Partendo dal presupposto che la flora intestinale è alla base della salute di quella vaginale, sono stati analizzati gli effetti di lattobacilli appositamente selezionati sulla colonizzazione della vagina ed è stato dimostrato che i batteri assunti si sono insediati stabilmente nella vagina. “In ginecologia, un trattamento a base di probiotici da assumere per via orale rappresenta un approccio del tutto nuovo e soprattutto sostenibile”, afferma il Prof. Huber.

*Prof. e Dott. Johannes Huber è ginecologo ed esperto di ormoni.

Sintomi derivanti da infezioni urogenitali femminili frequenti

Alcuni studi condotti presso la clinica dell’ospedale di Vienna AKH hanno fatto luce su una nuova soluzione terapeutica per la disbiosi vaginale. Partendo dal presupposto che la flora intestinale è alla base della salute di quella vaginale, sono stati analizzati gli effetti di lattobacilli appositamente selezionati sulla colonizzazione della vagina ed è stato dimostrato che i batteri assunti si sono insediati stabilmente nella vagina. “In ginecologia, un trattamento a base di probiotici da assumere per via orale rappresenta un approccio del tutto nuovo e soprattutto sostenibile”, afferma il Prof. Huber.

*Prof. e Dott. Johannes Huber è ginecologo ed esperto di ormoni.

Una proliferazione eccessiva di batteri pericolosi e funghi in tutto il tratto urogenitale delle donne può causare infezioni.

Vaginosi batterica

Un sintomo tipico di questa infezione batterica è rappresentato da un aumento delle perdite vaginali, le quali risultano acquose, bianche o grigiastre e maleodoranti (odore di pesce). Altri sintomi frequenti sono prurito, dolori vaginali e nella parte bassa dell’addome così come dolore durante i rapporti sessuali. Tuttavia, nella metà delle pazienti colpite da questa infezione non si registrano i sintomi precedentemente elencati. Uno dei batteri più frequentemente responsabile delle vaginosi batteriche è la Gardnerella vaginalis.

Candidosi vulvovaginale

I sintomi più diffusi sono prurito, rossore vaginale, Wundheitsgefühl, bruciore e dolore durante i rapporti sessuali e la minzione. Questa infezione si sviluppo  soprattutto a causa della proliferazione di determinati funghi (soprattutto della Candida albicans).

Infezioni urinarie

Si tratta di infezioni alle vie urinarie che non colpiscono solo l’uretra e la vescica, bensì anche l’uretere e i reni e potrebbero penetrare addirittura nel sangue. I sintomi si differenziano principalemente in base allo  stadio di avanzamento dell’infezione: se è l’uretra a essere colpita, si avvertiranno dolori durante la minzione oppure prurito. Lo stesso vale per la cistite, anche se in questo caso il flusso urinario diminuisce notevolmente, potrebbero comparire tracce di sangue nell’urina oppure si ha l’esigenza di urinare frequentemente. Infine, in presenza di un’infiammazione acuta ai reni subentrano dolori ai fianchi, febbre, ma anche nausea e conati di vomito.

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