Cosa sono gli antibiotici?
Gli antibiotici sono dei farmaci che sostanzialmente agiscono contro i batteri, ovvero microorganismi che possono manifestarsi come agenti “benefici” o “nocivi” e, in situazioni critiche, causare malattie negli esseri umani. In caso di infezioni batteriche, gli antibiotici aiutano il nostro organismo nel combattere gli agenti patogeni. Tuttavia, diversi studi hanno evidenziato che l’assunzione di antibiotici può comportare effetti collaterali indesiderati, come la diarrea associata agli antibiotici o reazioni allergiche.
Quali effetti hanno questi farmaci?
Tra le altre cose, gli antibiotici alterano l’equilibrio della flora intestinale che ospita molti batteri benefici. Un recente studio ha dimostrato che nell’intestino dei soggetti sani è stato riscontrato un aumento dei batteri patogeni dopo quattro giorni di terapia antibiotica. Per coloro che hanno condotto lo studio, questo fornisce una spiegazione del perché, attraverso l’assunzione di antibiotici, possa insorgere un’infezione da Clostridium difficile (CDI), un batterio non del tutto innocuo.
Per quanto tempo un antibiotico può causare effetti collaterali?
Sebbene la flora intestinale dei soggetti dello studio sopra menzionato si fosse ampiamente ristabilita circa un mese e mezzo dopo la terapia antibiotica, nove ceppi batterici comunemente presenti nella flora intestinale e importanti per il suo normale funzionamento, erano ancora assenti dopo sei mesi. Inoltre, i ricercatori hanno riscontrato un numero maggiore di geni antibiotico-resistenti nei batteri analizzati, in grado di indebolire o addirittura annullare l’effetto degli antibiotici.
Allergie nei bambini
Il trattamento con antibiotici deve essere attentamente ponderato anche nei bambini e soprattutto nei neonati. Uno studio recente ha dimostrato che i bambini che hanno assunto un antibiotico o un antiacido nei primi sei mesi di vita hanno una probabilità circa doppia di sviluppare allergie, rispetto ai bambini che non hanno assunto nessuno di questi farmaci. In questo ampio studio sono stati analizzati circa 800.000 bambini dal 35° giorno di vita fino alla scuola materna. I ricercatori sono riusciti a dimostrare che esiste un chiaro legame tra l’impiego di antibiotici e di antiacidi e l’insorgere di allergie. In caso d’infezione nei bambini occorre verificare innanzitutto se la causa è di origine batterica e, in tal caso, si dovrebbe anche valutare se l’impiego di antibiotici sia assolutamente necessario o meno.
Resistenza agli antibiotici
Nello specifico, l’uso diffuso di antibiotici ha fatto sì che i batteri diventassero resistenti a diversi principi attivi, rendendo così più difficile il trattamento delle malattie infettive. Infatti, più i batteri diventano resistenti agli antibiotici, maggiormente diventa difficoltoso il trattamento. Questo accade soprattutto negli ospedali, dove i cosiddetti germi multiresistenti rappresentano una sfida decisamente ardua.
I ricercatori australiani, ad esempio, mettono in guardia dallo Staphylococcus epidermidis, in quanto risulta essere già resistente a due antibiotici comunemente utilizzati e solitamente assunti insieme. Questo batterio può causare gravi infezioni che possono anche portare alla morte. Lo Staphylococcus epidermidis, insieme al germe MRSA, si trova sulla nostra pelle, ma può causare infezioni, in particolare nelle persone anziane o nei pazienti a cui sono state impiantate delle protesi. I ricercatori ritengono che il germe si stia diffondendo a causa dell’uso particolarmente frequente di antibiotici nelle unità di terapia intensiva. Infatti, la pratica di utilizzare più farmaci contemporaneamente per evitare l’insorgere della resistenza non sembra funzionare. Inoltre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha da tempo messo in guardia contro l’eccessivo impiego di antibiotici.
È necessario un trattamento antibiotico in caso di cistite?
I medici spesso prescrivono antibiotici quando vengono rilevati batteri nelle urine. Tuttavia, secondo Norma Jung, membro del comitato consultivo della DGI (Società tedesca di malattie infettive), i batteri nelle urine possono avere cause diverse e sono più comuni nelle donne che negli uomini. Il trattamento deve essere iniziato solo se sono presenti i sintomi tipici di un’infezione delle vie urinarie. Anche nel caso di un’infezione nella vescica già in atto, è necessario considerare la gravità della malattia. Uno studio ha dimostrato che circa due terzi delle donne con infezioni delle vie urinarie (non complicate) guariscono senza l’uso di antibiotici.
Cosa fare in caso di terapia antibiotica?
Naturalmente ci sono malattie per le quali è necessario un trattamento antibiotico. In questo caso è opportuno fornire all’intestino la quantità sufficiente di batteri benefici, ad esempio sotto forma di simbiotici, in quanto l’antibiotico non elimina solo gli agenti patogeni, ma anche interi ceppi batterici intestinali “buoni”. Assumendo probiotici, l’organismo riceve un “rifornimento” sotto forma di batteri naturalmente presenti nell’intestino umano, in grado di colonizzarlo e moltiplicarsi al suo interno.
Fonti:
- www.univadis.de/medical-news/173/Infektiologen-Vorsicht-beim-Umgang-mit-Antibiotika
- Palleja A et al. Nat Microbiol 2018; 3: 1255-1265
- www.univadis.de/medical-news/173/Antibiotika-bei-vielen-Blasenentzuendungen-nicht-notwendig
- https://kurier.at/wissen/kein-gegenmittel-gefaehrlicher-superkeim-breitet-sich-aus/400108334
- https://www.univadis.de/viewarticle/allergien-bei-saeuglingen-durch-antibiotika-und-saeureblocker-getriggert-594056